C’era una volta una bambina di nome Salvina, molto coraggiosa e laboriosa.
Tutti la chiamavano Cappuccetto perché indossava un cappuccio che aveva ricevuto in dono da un lontano antenato perché aiutava volentieri i più bisognosi.
Ella abitava in montagna in un piccolo paese chiamato: Qui non si ha paura.
La piccola trascorreva serenamente il tempo fra scuola, studio e preparava dei buoni manicaretti assieme alla sua mamma. Un sabato la sua mamma era tanto raffreddata e le disse: "va e porta questa minestra calda di fresche verdure a nonna Amorosa, ma non passare dal bosco, allungheresti."
La piccola non se lo fece ripetere due volte e presto, presto, si incamminò. Era tanto desiderosa di vedere la nonna e scambiare con lei quattro chiacchiere!
La vecchina abitava proprio in fondo al bosco, in una piccola casetta costruita proprio dentro il tronco di un albero alto e panciuto; a vederlo faceva proprio paura, ma era un bonaccione che amava la compagnia specialmente della bambina e degli animali. Quando qualcuno si avvicinava lui batteva le sue ciglia di rami e sfoderava un sorriso a 360 gradi.
Era proprio uno spettacolo guardarlo!
Intanto un lupo, quatto, quatto, seguiva il percorso di Cappuccetto e pensava fra se: "cosa devo escogitare per spaventare quella mocciosa, che vive nel paese di Qui non si ha paura?" E disse "ecco, mi nasconderò dietro quest’albero, mi accovaccerò qui, mi ricoprirò di margherite e appena lei si avvicina io…" e così fece.
Intanto arriva lei tutta felice, il lupo con un salto si piazzò davanti ed emise: "Bububù!" Salvina gli gridò: "scansati lupo, ho altro da fare che giocare con te, giocheremo un altro giorno". E proseguì il cammino.
L’animale fu sorpreso da questo comportamento, ma non si scoraggiò.
Quando la bambina arrivò a metà strada si ricordò che l’indomani avrebbe dovuto fare il test di geografia; provò un sussulto al cuore ed emise un grido di spavento, ma di vero spavento!!! Prese il cellulare, guardò il calendario con tutti gli appunti scolastici e si accorse che il giorno dopo non c’era scuola, perché era sabato. Fece un sospiro! Aveva avuto proprio paura!!!
Intanto il lupo tornò all'attacco e si fece più aggressivo; Cappuccetto lo vide e con la sua gomma da masticare fece una bolla
talmente grossa che il lupo si spaventò e cadde morto sul muschio secco, che si aprì come per incanto e lo risucchiò.
La bambina arrivò finalmente a casa della nonna: vi trovò un cacciatore che voleva ucciderla. La piccola si lanciò contro e lo fece cadere a terra; si sentì un Tic Tic di una suoneria.
In realtà il cacciatore era un robot con dietro la schiena un pulsante che pigiato lo trasformava. Infatti, si ritrasformò ma questa volta in un bambino con la faccia da cavallo e gli occhi di fuoco.
Cappuccetto si spaventò e pensò che non ci sarebbe stato più un domani. Fu la nonna a spezzare l’incantesimo con il suo
amore; andò vicino al bambino e lo accarezzò.
Apparve un giovane ingegnere che era stato vittima delle sue invenzioni, ringraziò la nonna e la nipotina e giurò che da quel momento avrebbe creato solo treni velocissimi, così che le pietanze sarebbero arrivate calde in qualsiasi pasto della terra!
Li salutò e sparì!!!
autrice: Salvina Rinaldo
disegno: Maria Elisa Lo Presti
Classe IC - A.S. 2015/2016