Intervista al nostro Parroco: Padre Giovanni Ioppolo

Ogni giorno Padre Giovanni viene nella nostra scuola sia a portarci la parola di Dio, che per sistemare tutto quello che non va e per curare l’orto. Abbiamo realizzato questa intervista per ringraziarlo di tutto ciò che fa per noi.

M. – Buongiorno, Padre Giovanni! Grazie per averci concesso questa intervista.

P.G. – Ciao, bella!

M. – Anche se è da tanto che la conosciamo, non le abbiamo fatto delle domande e gliele vorremmo fare oggi. Come e quando è nata la sua vocazione?

P.G. – La mia vocazione è nata quando io avevo 10 anni, alla fine della scuola elementare. A quei tempi si faceva l’ammissione alle medie, c’erano gli esami di ammissione; ecco, finito questo esame io volevo continuare a studiare. Nel frattempo è venuta mia madre a dirmi:”Ma senti, ma tu perché non entri in seminario?”, perché io ero sempre la persona più sottomessa della famiglia e la cosa mi ha fatto arrabbiare tanto che mi sono ammutolito, non ho parlato più a mia mamma per una settimana; in questa settimana ho avuto il tempo di pensarci, di meditarci e, non lo so neppure io perché, era una gran bella... anche se andavo in chiesa, a differenza dei miei fratelli per esempio, però non è che avessi tanta simpatia per i sacerdoti; mi ero sentito offeso nella mente, però, poi, alla fine, non lo so neppure io cosa è successo, ho detto: “Mamma, io voglio entrare in seminario”… e così è nata la mia vocazione, un poco strampalata, ma è così. 

M. - Come ha reagito la sua famiglia, sapendo la notizia che voleva diventare sacerdote?

P.G. – Mah, mio fratello e mio padre, che erano religiosamente un poco più lontani, non si sono interessati molto, con molto disinteresse e forse con poco apprezzamento; mia madre è stata molto contenta; i miei compagni hanno reagito prendendomi in giro. Anzi, la prima volta, perché allora si portava il Talare, la veste nera, quando sono ritornato con la veste nera, i miei compagni si sono buttati di sotto per vedere com'era sta storia, com'era sta veste: “Ma ha i pantaloni!”, è stata una sorpresa che avevo i pantaloni... La curiosità dei miei compagni! 

M. – Quando è stato ordinato sacerdote?

P.G. – Sono stato ordinato sacerdote l’8 agosto 1970, alle ore 18:00 del pomeriggio. Allora era Vescovo Mons. Francesco Fasola e adesso ha la causa di beatificazione. Sarà santo presto, in cattedrale a Messina.

M. – Da quanto tempo è parroco nella chiesa di Santa Lucia?

P.G. – Trent'anni e mezzo, sono arrivato nel 1985, domenica 29 novembre. 

M. – Quali differenze ha trovato rispetto alla parrocchia da cui proveniva?

P.G. – Eh, un poco il polo nord e il polo sud. Io venivo da una parrocchia dove si poteva fare tutto quello che si voleva, tutti i ragazzi venivano in chiesa, si mettevano insieme, si era una famiglia; invece, sono arrivato a Santa Lucia e qui non mi sono più raccapezzato: non si poteva guidare perché nessuno rispettava le regole, tutti gridavano e mi sono sentito perso fino a quando ho cominciato ad adottare... mi sono adeguato all'ambiente però mi è venuto l’esaurimento allora, sì è stato... anche se sono venuto a Santa Lucia per amore, veramente per amore, perché non la conoscevo per niente, però mi son preso l’esaurimento.

M. – Qual è stata l’esperienza che più l’ha arricchita? Qualche volta ha avuto momenti di scoraggiamento?

P.G. – Eh, cominciamo dalla seconda: i momenti di scoraggiamento sì, però no cose dell’altro mondo; è nei momenti quando le cose non vanno bene che uno non si sente adeguato, non è capace di superare le difficoltà, allora ci sono state tante volte di questi momenti, però non sono durati molto, non mi sono perso, và! Il Signore ha avuto misericordia di me. L’esperienza che più mi ha arricchito... sono state anche qui tante: a Saponara, le signore anziane raccontavano la loro vita, avevano avuto tante ingiustizie, tante sofferenze, ma loro, accettando tutto per amore di Dio, avevano salvato la loro famiglia, se stesse e anche l’ambiente, perché era la fede … proprio popolare, ma molto forte. Poi sicuramente Santa Lucia, perché sono “tanto amato a Santa Lucia”, perché … perché non abbiamo gli stessi caratteri, gli stessi modi di fare e allora ho avuto tante lotte, tantissime lotte; per esempio hanno raccolto le firme per farmi andare e altre storie... e tutto questo, tante lotte, mi ha dato la motivazione per andare avanti. Sì, è stato arricchente... molto!!! 

M. – Quali sono i suoi progetti futuri per la parrocchia di Santa Lucia?

P.G. – In modo particolare di riuscire a tirare quattro persone, soprattutto della terza media, a fargli conoscere Gesù Cristo e a farle vivere come DIO comanda!!!!

M. – La ringraziamo per questa disponibilità!

P.G. – Non c’è di che, mi ha fatto piacere stare con voi altri.

GRAZIE PADRE GIOVANNI!

Classe IIIA - A.S. 2015/2016

Intervistatrice: Miriana Piccolo